Archivi autore: francesco
Giace
Esile respiro, tanto lieve che devo tendere l’orecchio per sentirlo. Immobile, può dormire una notte intera senza muoversi mai. Nascosta, le lenzuola fin su la testa, a lasciar liberi solo i capelli. Minuta, su se stessa rannicchiata, a cercar calore … Continua a leggere
Let’s *doing* it
Era un sabato della primavera di quest’anno, in uno dei periodi di lavoro più intensi della mia vita. Ero nello studio di casa, a lavorare, e Andrea mi si è avvicinato dicendo: “Papà, se domani non devi lavorare, possiamo giocare … Continua a leggere
Dieci nero
Doveva essere più o meno il 20 agosto, più o meno oggi di 10 anni fa. Ero su, nella casa che sarebbe diventata dei nonni di Serena, a lavorare. Come al solito, come sempre in ogni maledetta estate. Un cavo … Continua a leggere
Matteo vuole fare la pace
Accosto la macchina al marciapiede e scendiamo lentamente. Dopo un giro completo nei luoghi delle mie estati da adolescente, arriviamo finalmente davanti alla spiaggia. È un tiepido pomeriggio di inizio maggio, lo stabilimento balneare in cui ho passato tante estati … Continua a leggere
Nel reparto Microsoft dedicato alla creazione dei nomi dei prodotti
Sviluppatore: “Raga, abbiamo creato un database server” Inventore Di Nomi: “Figo, che roba è?” S: “Sai cosa è un server?” IDN: “Certo.” S: “Ecco, questo è un server che permette di contenere dati strutturati e di fare poi delle interrogazioni … Continua a leggere
Lego Juniors: i Lego “da grandi” per i costruttori più piccoli
La mia passione per i Lego non è una novità, e Andrea se ne è sempre trovato in giro qualcuno, prima quelli miei, e poi quelli che ha ricevuto lui in regalo, già da quando aveva quattro o cinque anni: … Continua a leggere
Tutti morti
Tutti morti. Quelli che hanno vissuto in questa casa sono tutti morti. Me ne rendo conto all’improvviso. Io sono venuto a svuotare casa di nonna, ma tirando giù ricordi, oggetti e lettere realizzo con violenza che questa casa non è … Continua a leggere
Friends
I need your voice. I need your thoughts. I need your ears. I need your words. I need our words. I need your couch. Your home’s odour. Your smile. Your tears. Your hugs. Our silences.
La banca dei moduli
Vagavo stordito su una strada larga di città. Una di quelle arterie veloci a quattro corsie, che dalla periferia portano fino in centro urlando e ululando, quando non sono congestionate dal traffico mattutino. Era mattina, intorno alle 10. Un martedì. … Continua a leggere
Deportati a casa propria
È come quando pensi alle malattie, alla povertà, alle cose brutte: le vedi con distacco, finché non ti capitano, finché non ti colpiscono direttamente. Devi per forza guardarle con distacco, per esorcizzarle e per non morire d’ansia. Tutti i giorni … Continua a leggere
Lavorare per vivere, non vivere per lavorare
Spesso leggo di persone che affermano, con fierezza ed orgoglio, che loro non si fermano neanche ad Agosto. Lo fanno con un senso di superiorità, quasi che prendersi una pausa, fare delle ferie, andare in vacanza, sia qualcosa di puerile, … Continua a leggere
Romeo e Giulietta al Globe Theatre
Sabato scorso siamo stati a vedere Romeo e Giulietta al Globe Theatre, con regia di Gigi Proietti. Lo spettacolo è stato veramente bello: non solo coinvolgente (difficile che Romeo e Giulietta possa non esserlo) ma anche ben orchestrato, con tocchi … Continua a leggere